“La Repubblica” – mercoledì, 19 febbraio 2014
di Gad Lerner
Ore 7, Stazione Centrale di Milano. Tutto esaurito sui Frecciarossa della protesta “perbene”, senza forconi ma con tanta rabbia in corpo, che scendono nella capitale a lanciare il grido delle imprese che muoiono.
Commercianti in prima classe, artigiani in seconda, anche se è solo una maliziosa coincidenza (“e comunque noi il biglietto ce lo paghiamo di tasca nostra”). In sessantamila gremiranno una piazza del Popolo mai vista così, facendola diventare piazza delle Piccole Imprese Incazzate. Con le cinque sigle dell’associazionismo di categoria (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) che sbiadiscono nel poderoso cartello di Rete Italia: nuovo movimento che riunisce insieme commercio e artigianato. Una forza d’urto mica da ridere sul sistema italiano. E meno male che son gente tranquilla a cui non piacciono troppo i Forconi, ci sarebbe da aver paura.
Mi ha colpito questo atteggiamento di fiducia in sospeso concessa al marziano in arrivo a Palazzo Chigi (“A parole è bravo, ma poi si ritrova intorno certa gente…”). Così, districandomi tra la folla di piazza del Popolo, sono andato a cercare il gruppo della Confesercenti di Ferrara e Comacchio che reggeva il cartello: “Renzi se ci 6 batti un colpo”. E li ho trovati tutti con indosso la stessa T-shirt disegnata per l’occasione: “Politici=…” e segue il disegno di un maiale. Suino che con astuzia hanno disegnato come salvadanaio rotto. Pensate forse che Renzi non sia anche lui un politico? Ce l’avete con tutti? Torna in ogni capannello la furia per i vitalizi e gli altri privilegi dei politici da abolire; non importa che diano poco gettito, bisogna lo stesso cominciare da lì la punizione esemplare. Se Renzi ci riesce, smette di essere un politico.